Lo scorso giovedì 19 luglio verso sera un gruppo di fratelli provenienti da varie confessioni religiose (valdesi, cattolici, evangelici), per iniziativa del gruppo locale del S.A.E. (Segretariato attività ecumeniche) si è riunito per un momento di preghiera all’interno del campo dei sinti di Mantova su invito del pastore pentecostale Manuel Gabrieli, che vive ed opera all’interno del campo.
Il pastore Gabrieli ha guidato un culto con preghiere, letture e canti. Ci ha spiegato come l’incontro con la fede a 15 anni lo abbia radicalmente trasformato spingendolo ad intraprendere un inaspettato percorso di vita. Ci ha raccontato come la sua inquietudine e disperazione di fronte ad una vita per lui senza senso e prospettive, già pericolosamente avviata verso un futuro di delinquenza, abbia trovato ristoro e speranza nell’incontro col Signore. Predicatori evangelici, che allora lui considerava dei “matti”, si sono avvicinati e hanno pregato insieme: un’epifania. – Ora probabilmente sono “matto” anch’io – afferma – ma la mia vita ha acquistato un senso. Ed è questa speranza che vuole trasmettere alla sua gente, i sinti, un popolo antico costretto a vivere ai margini della società.
Alla testimonianza del pastore Gabrieli si sono aggiunte quelle di un rappresentante del S.A.E., del past. Mimmo Avella della chiesa evangelica “Nuova Vita” e della moglie Lidia Cirone. In chiusura dell’incontro un canto preso dal nostro innario: “Resta con me Signore” guidato da un membro della nostra comunità.
Il pastore e sua moglie ci hanno poi accolti nella loro casa, una casa mobile, ci hanno offerto da mangiare e da bere. Hanno risposto a tutte le nostre domande, le nostre curiosità. Il loro piccolo soggiorno è diventato grande e ci ha contenuti tutti. Una casa ospitale abitata da persone per bene.
In questo luogo, che in noi mantovani suscita subito sospetto se non addirittura timore, in mezzo a queste persone che finalmente abbiamo conosciuto e “visto”, è stato facile percepire qualcosa di più grande di noi.
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